03 dicembre 2020
A causa della pandemia da Covid-19 gli screening oncologici [1], tra cui quello del cancro del seno [2], hanno subito notevoli ritardi.
L’Osservatorio Nazionale Screening [3] ha monitorato questi
ritardi, ottenendo i dati presentati nei grafici sottostanti, che mostrano, per
ogni Regione, i ritardi accumulati tra gennaio e settembre 2020, il numero di
donne non esaminate e una stima delle diagnosi perse.
Il ritardo nell’esecuzione degli screening si è accumulato
maggiormente nei primi mesi dell’anno, in corrispondenza del lockdown, ha poi
continuato ad accumularsi, ma ad una velocità minore.
In media il ritardo accumulato è di 3.9 mesi standard [4].
6 Regioni, Provincia Autonoma di Bolzano, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Umbria e Valle d’Aosta hanno recuperato parte del ritardo; Toscana e Veneto hanno contenuto il ritardo aggiuntivo dopo maggio a meno di mezzo mese.
*dati relativi a 3 USL su 5 - Grafico 1. Ritardo accumulato in mesi standard.
Questi ritardi hanno fatto saltare più di 600mila esami di screening, pari ad una riduzione del 43.5% rispetto all’anno precedente.
Ad esempio, in Lombardia sono saltate più di 150mila mammografie.
*dati relativi a 3 USL su 5 - Grafico 2. Donne non esaminate.
Conseguenza dei ritardi e degli esami non effettuati sono le diagnosi di tumore del seno mancate, stimate a 2.793.
La Lombardia registra il numero più alto di diagnosi non effettuate, più di 600.
*dati relativi a 3 USL su 5 - Grafico 3. Stima delle diagnosi non effettuate.
Fonte: Rapporto sulla ripartenza degli screening – Settembre 2020 (Osservatorio Nazionale Screening)
[1] Un test di screening oncologico è un esame che consente di individuare un tumore in fase iniziale. In Italia esistono attualmente tre programmi di screening, dedicati al tumore del seno, della cervice uterina e del colon retto.
[2] Lo screening della mammella consiste nella mammografia, un esame radiologico consigliato alle donne dopo i 50 anni una volta ogni 2 anni. Permette di individuare noduli e tumori del seno ai primi stadi.
[3] L’Osservatorio Nazionale Screening nasce nel 2001 e lavora come strumento tecnico a supporto sia delle Regioni, per l’attuazione dei programmi di screening, che del ministero della Salute, per la definizione delle modalità operative, il monitoraggio e la valutazione dei programmi.
[4] Il numero di mesi di attività necessari per recuperare il ritardo accumulato se il programma andasse alla stessa velocità dell’anno precedente, ossia esaminasse ogni mese lo stesso numero di persone osservato nel 2019.